IL TEATRO DELLA MEMORIA

Il 28 aprile al liceo classico di Anzio si è svolta una nuova iniziativa del Teatro della Memoria del nostro gruppo di azione scenica Aletheia: una riduzione teatrale del “Romeo, Giulietta e le tenebre” di  Jan Otččenášek,  ovvero la storia straziante di un disperato amore fra una ragazza ebrea e uno studente cèco  nei giorni delle brutali persecuzioni naziste, dopo l’attentato a Reinhard Heydrich Reichsprotektor di Boemia e Moravia, il “boia di Praga” che era entrato in carica il 27 settembre 1941 in sostituzione del più blando Konstantin von Neurath

“La nuova linea dura non tardò a far sentire i suoi tristi effetti. Due capi dell’On [Obrana národa Difesa della nazione: rete sotterranea di resistenza costituita dai capi dell’esercito cecoslovacco dopo l’occupazione tedesca di Boemia e Moravia nel marzo 1939 ndr] aprirono la lista delle esecuzioni il 28 settembre. Da quel giorno furono annunciate giornalmente condanne a morte, sino a superare il numero di quattrocento entro dicembre. Un gran numero di condannati fu mandato a morte senza processo. Migliaia di persone furono deportate nei lager. Fu imposto agli ebrei di portare la stella di David e fu iniziata dal’ottobre la loro deportazione verso le camere a gas…La germanizzazione della gioventù e del  Paese fu accelerata, e lo sfruttamento dell’economia fu mandato avanti senza più i vecchi riguardi. Con la liquidazione delle fabbriche non interessanti l’economia di guerra (tremila ne furono chiuse nel 1941), iniziò la penetrazione dei capitali tedeschi e insieme la confisca delle terre, quale premessa alla colonizzazione germanica.

All’inasprirsi delle repressioni rispose l’emigrazione con l’intensificarsi dell’assistenza alla resistenza interna…Il primo gruppo militare cecoslovacco, di provenienza britannica, fu paracadutato in Boemia il 4 ottobre 1941, ed altri seguirono, con il compito di organizzare sabotaggi nelle industrie e sulle ferrovie e di mettere in piedi reti di informazione.

Nello stesso mese le autorità cecoslovacche di Londra decisero che avrebbero mandato un gruppo speciale, con il compito di uccidere Heydrich. Questa missione, affidata al gruppo Antropoid [formato da ufficiali cèchi che erno stati addestrati come paracadutisti in Scozia ad opera della Royal Air Force ndr],paracadutato il 29 dicembre e appoggiato dall’organizzazione sportivo-culturale del Sokol, Jindra [Sokol falco in cèco, società di ginnastica giovanile fondata a Praga nel 1862 con intenti patriottici e antiasburgici ndr], cadeva in un momento di reviviscenza della resistenza in Cecoslovacchia. Negli ultimi mesi del ’41, e nei primi mesi del ’42, si erano moltiplicate le operazioni di sabotaggio, il rendimento medio degli operai era diminuito circa del 20% nel mese di settembre (secondo le stesse fonti naziste), le pubblicazioni clandestine si erano accresciute e, assai moderatamente, si erano costituiti i primi gruppi di partigiani.

Ma la decisione di quell’attentato non fu condivisa da alcuni esponenti della resistenza interna, che ne paventavano le conseguenze sul terreno delle repressioni. Ad un messaggio diretto a Londra da Vanek-Jindra, capo del Sokol, e inteso a ottenere che l’ordine fosse revocato, Beneš [capo del governo cecoslovacco in esilio ndr] rispose con irremovibile fermezza che l’attentato si imponrva, pure a livello internazionale, come un necessario “rilancio del destino della nazione, anche se avesse comportato gravi sacrifici”

In effetti l’attentato, perfettamente riuscito il mattino del 27 maggio 1942 sulla strada che ogni giorno ilReichsprotektor soleva percorrere e seguito dalla sua morte per ferite il 4 giugno successivo, portò a conseguenze forse ancora più gravi di quelle paventate. Fu proclamata dall’occupante la legge marziale e furono  istituiti tribunali per condannare a morte chiunque fosse stato a conoscenza o “avesse approvato” l’attentato: Himmler ordinò l’arresto di di diecimila ostaggi e milleottocento furono le condanne a morte pronunciare in quella circostanza.

Per ordine di Hitler fu esemplarmente distrutto il villaggio di Lidice, presso Praga, nella notte tra il 9 e 10 giugno, ove si diceva che qualcuno dei paracadutisti avesse trovato rifugio. L’intera popolazione maschile di 199 persone fu fucilata, le 195 donne furono deportate nei campi e i 98 bambini andarono dispersi verso ignota destinazione o trasferiti nel territorio del Reich per esservi “germanizzati”. Lidice mosse lo sdegno di tutto il modo e divenne il simbolo della barbarie nazista. Lo stesso destino toccò al più piccolo villaggio di Ležáky, dove una radiotrasmittente era stata ritrovata. Gli esecutori dell’attentato, in tutto sette uomini -traditi in seguito ad una taglia di dieci milioni di corone cèche- furono braccati in una chiesa ortodossa di Praga, ove caddero nella disperata difesa o si ucciseo. Il pastore della chiesa e i suoi superiori, fra cui il vescovo della chiesa cèco-ortodossa, furono passati per le armi come favoreggiatori”

Giorgio Vaccarino-Storia della Resistenza in Europa 1938-1945: I Paesi dell’Europa centrale: Germania, Austria, Cecoslovacchia, Polonia, Feltrinelli 1981


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